Sembra fosse tradizione, per le fucilazioni, che una delle armi del plotone d’esecuzione fosse caricata a salve. Così, se qualche soldato avesse avuto rimorsi, si sarebbe consolato pensando che il fucile scarico fosse proprio il suo.
Una di quelle balle che ti racconti in un momento difficile per stare meglio. Come le bestie che abbandonano i cani pensando vabbe’, qualcuno lo trova e gli dà da mangiare. O quando siamo a dieta e ci diciamo dài, quante calorie avrà, questa fetta di tiramisù con doppia farcitura e supplemento di cacao in polvere?
Eh, però manco sta bene raccontarsi balle.
Meglio affrontare la verità, sempre.
E mangiarla, la fetta di tiramisù, sapendo che se il dietologo ti ha messo a riso integrale e zuppe senz’olio, allora stai facendo uno strappo alla regola, e te ne assumi le responsabilità.
Ma certe verità sono così scomode che almeno io me le faccio scivolare addosso, incandescenti come sono, senza quasi rendermene conto.
La morte di mio nonno è stata il mio capolavoro. Ci ho versato tre lacrime, di numero. Avevo 19 anni, sapevo che senza mi sarei sentita persa per sempre, perché era lo mio maestro e ‘l mio autore, come dice Dante quando chiede l’autografo a Virgilio (questa è di un amico). E allora mi sparai la balla che era prevedibile, era una cosa naturale, a quell’età, comunque soffriva… Ancora non era venuta la Kidman col nasone a insegnarmi che “Non si trova la pace allontanandosi dalla vita”.
Le balle in amore, invece, mi sa che ce le spariamo in tanti. Chiamiamo “alti e bassi” le montagne russe dello star bene una settimana, litigare quella dopo, e poi star bene, in un gioco sfiancante. “Ma non capita a tutti, così?” No. Alle coppie felici, no. “Poi mi annoierei”. Almeno per me, la storia che la felicità perpetua annoi ricorda un po’ quella della volpe e l’uva.
Tecnicamente tutto questo si chiamerà autoinganno, non lo so.
E non andrebbe fatto, ecc. ecc.
Tranne se sappiamo che è un gioco. Che ci concediamo una volta, come un cicchetto di troppo.
Come quando, morto il nonno, scoprii che la brutta tosse che sentivo ogni tanto da fuori non era sua, ma decisi di scordarmelo ogni volta che sentissi il vicino tossire. A patto di tornare coi piedi per terra un momento dopo.
Questo momento può anche durare una notte, a patto di tornarci, coi piedi per terra.
Vorrei che questa notte non finisse mai.
(la odierai, ma ci stava)