Oh, quella volta che è possibile scegliere, scegli.
Nella puntata precedente si parlava di un bivio. Della facilità con cui tu e io ci chiudiamo in un angolo nella nostra vita, perché ci spaventa l’idea di non poterla controllare tutta, e allora “almeno” ce ne ritagliamo un angolino e ci osserviamo vivere.
Perché lo facciamo? Per paura.
Ti infili in relazioni “metà e metà” perché temi di soffrire in un rapporto più stretto. Finendo per soffrire in un rapporto metà e metà.
Accetti lavori gratis per paura di ritrovarti senza stipendio (questa si commenta da sola).
Finché proprio quella parte della vita che non puoi controllare, quella che eviti chiudendoti in un angolo, ti dà la salvezza.
Ti fa naufragare.
Perché si fa sempre naufragio, ricorda Adriano nel libro della Yourcenar.
Cos’è, che ti ha fatto fare naufragio?
Cosa ti ha fatto ritrovare con la tua bella zattera di fortuna al bivio dei bivi?
E anche se qui andiamo sulle metafore acquatiche, come ogni bivio che si rispetti ha una via stretta e una larga. Spetta a te fare distinzioni.
Una delle opzioni è quella di non uscire dal tuo spazio vitale, decidendo che tutto quanto ti succeda da lì, ti vada bene. Ti lamenti ma non molli, anzi, lavori pure sodo, accusando la sorte per non averti fatto trovare tutto quello che ti serve a portata di mano. Fallisci sicuro, ma potrai accusare “il destino” per non averti dato questa o quella opportunità. E magari spararti qualche palla rassicurante a fine tragitto, stile forse era giusto così, forse ma forse ma sì.
L’altra è quella di uscire dall’angolo e, come recita una preghiera famosa, accettare la parte della tua vita che non puoi cambiare, cambiare quella che puoi, e imparare a riconoscere la differenza. Non è sicuro che tu fallisca, né che riesca, se è per questo. Ma non potrai accusare il “destino” che per quelle due-tre cose che proprio ti sono girate storte all’improvviso, “se no…”.
Non sono scelte facili perché non è che una sia il paradiso e l’altra Armageddon.
E capisco perché scegliamo spesso la prima. Alla fine, non ce ne accorgiamo nemmeno, ed è così facile che le cose vadano male comunque, a prendere il timone della nostra vita, che meglio metterci da parte, fedeli al fatto che prima o poi il caso farà da sé. Come spesso accade.
Ok, avrai capito che sono di parte. Io posso solo dire che da quando ho preso la seconda strada le cose mi vanno molto meglio. E non perché abbia coronato grandi sogni d’amore o trovato il lavoro della mia vita o avuto chissà che colpo di fortuna.
No, semplicemente mi sento più serena. So che non potrò calcolare tutte le mie mosse, ma ragionevolmente saranno buone. Arrendendomi alla parte di vita che non controllo ne sono diventata amica e coautrice. Con risultati alterni, ma grandi possibilità di miglioramento.
La scelta l’ho fatta, insomma.
Qualunque cosa scelga tu, sappi che stai scegliendo.
La libertà di scegliere, di farlo davvero, non è cosa di tutti i giorni.