Appena traslocato, è successo di nuovo.
La prima volta, in Italia, mi ero ritrovata a bere latte e zucchero a merenda, che quasi quasi i cavoli ci sarebbero stati meglio (e poi la merenda, a 20 anni passati…).
Adesso che ho gli anni di Cristo, mi potevate ammirare dal balcone dei miei nuovi vicini, direttamente sparato su camera mia, a mangiare il seguente spuntino di mezzanotte: cartoccio unto di patatine con salsa brava; panino con lattuga, pomodoro e uovo fritto. Il tutto innaffiato da Coca Cola, ovviamente.
Capisco che a questo punto scatti il paragone con le spedizioni al fast food di una 35nne Charlize Theron in Young Adult, e se non vi è manco passato per l’anticamera del cervello di paragonarmi a Charlize… Be’, mi domando proprio il perché!
In ogni caso, la morale della favola è: la nostra vita è routine. Anche la felicità. Si basa su gesti ripetuti ogni giorno, in modo più o meno metodico, finché non diventano i nostri gesti. Per questo è difficile essere felici: anche l’infelicità si costruisce giorno per giorno, ma pare che quella la mettiamo su con più entusiasmo, manco fosse una credenzina Ikea. Ed è difficile accettare le novità anche quando sono belle.
Ma quando siamo costretti a cambiare routine, come in caso di trasloco, o di cambio di un lavoro, o di fine di una relazione, allora entriamo nella Terra di Mezzo della possibilità. E del potere sul tempo e sullo spazio, di gestirli improvvisamente come meglio crediamo.
La prima reazione, tornando a Hollywood, è quella dei personaggi che scoprono improvvisamente di avere un potere magico.
Ed è facile che le prime mosse, giustificate un po’ dalla stanchezza, siano come le mie del post-trasloco: cartoni di pizze sparsi sulle scatole appena svuotate, tre giorni di seguito a mangiare roba cinese, passeggiate a mezzanotte perché non riusciamo a dormire nella nuova stanza.
Poi, col tempo, anche la nostra nuova vita diventa routine, e semplicemente il nuovo posto in cui mettiamo lo spazzolino si sostituisce a quello vecchio, e neanche più ricordiamo delle nostre manovre per aprire la scassatissima serratura dell’altra casa.
A questo punto, però, fermiamoci.
E cerchiamo di sfruttare la cosa a nostro vantaggio, per costruirci una vita migliore.
Come? Eh, saperlo. La prossima volta vi spiego come sto facendo io, con l’aiuto di un film. Indizi: commedia americana scema, con Bill Murray, ha decisamente a che vedere con la routine.
Per chi ha indovinato, in palio… Niente. E ja’, per una volta fingiamo che sia un blog serio!