techsupportcatHo il pc che fa cose assurde. Non so spiegarlo, come sempre mi capita con “ste cose tecnologiche”, ma, dopo quattro anni di onorato servizio, ormai è un colabrodo.

Comprare un altro PC? Naaa. Come tutti gli impediti recidivi con queste cose, mi terrei un Atari dell’80, pur di non dover ricominciare tutto daccapo.

Però c’è un momento che forse riconoscerete. Quei dieci lunghissimi secondi in cui sembra proprio che il pc abbia tirato le cuoia, in cui già elaboro il lutto dei file persi, quando ecco il miracolo. La lucina rossa della batteria si accende, e tutto può iniziare daccapo.

Il moribondo si metterà di nuovo a fischiare come una locomotiva nel bel mezzo di Trono di Spade (e i treni, vabbe’ il Medioevo fantastico, non ce li vedo compatibili coi draghi), andrà in tilt per un link troppo pesante, e poi farà quella cosa che in una lingua a me sconosciuta suona tipo “crashare per un plug-in” ecc. ecc.

Tutto come prima, la mia giornata è salva, e, come sempre, avrà prevalso il sollievo dei problemi rimandati.

Che è uno dei più appaganti, dalla coinquilina da cacciare (io a Forcella avevo una francese formidable), che però si mette a pulire un po’ la cucina, al collega molesto che proprio oggi ci offre una caramella, al tipo che frequentiamo che ci ha appena messaggiati dopo tre giorni di silenzio (ma che bel messaggio!).

Tutto sembra andare bene, perché tutto sembra destinato ad andare male, come sempre.

E poi, ci diciamo, mica sono un vigliacco, che risolvo il problema sbarazzandomi del pc, cacciando la coinquilina, dando il benservito a questo “proprio adesso che comincia ad affezionarsi” (?). Quello sì che sarebbe scappare.

Già. Invece trascinarsi un problema stazionario, che non dà segni di miglioramento e sembra solo peggiorare, è affrontare le cose, vero?

E finché si tratta di questo catorcio di pc, ok. Ma in cose più importanti? Che ci guadagniamo, a trascinare i problemi e sentirci pure coraggiosi, nell’antica e nobile arte della sopportazione?

Una bella ulcera, questo ci guadagniamo.

Ma tanto, ci giochiamo la carta “colpo di scena”: se aspettiamo abbastanza, magari, incontriamo “la persona giusta”, o il coinquilino ci annuncia che in casa di un amico si è liberata una stanza, o il collega cambia reparto.

Ma i colpi di scena non sono sempre piacevoli, e lo sappiamo.

Nel caso più scemo, proprio quello del pc, un giorno non si risveglierà più e bye bye files.

Quindi sta a noi lavorare perché, se proprio dev’esserci un colpo di scena, sia positivo, o le sue conseguenze vengano presto attutite.

Che lasciar fare alla vita è una cosa buona, ma una spintarella perché vada nella nostra direzione gliela dobbiamo dare.

Ne riparleremo.

Per la cronaca, mentre scrivevo mi è crashato il pc.

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