sferadicristallo_01Pensavo sarebbe stata la batteria. Che il mio caro, vecchio, diciamo pure obsoleto PC si sarebbe spento un giorno per non riaccendersi più. Infatti, quando avevo risolto artigianalmente il problema del caricatore ero rimasta contenta, pensavo di avergli regalato chissà quanti anni di sopravvivenza.

È stato lo schermo, all’improvviso. Sono tornata dal tirocinio, ho litigato con un amico, ho acceso scocciata il PC ed ecco che tremavano tutte le immagini, e non perché stessi piangendo. R.I.P.

Allora ho ricordato la mia azienda, che cacciava la gente a ripetizione, e i nostri tentativi di capire il criterio dei licenziamenti. Ancora fedele a una logica che col mercato c’entra poco, sentenziai: “Se fai bene il tuo lavoro, ti tengono”. “Sicura?”, sorrise un collega più esperto, che tenevano in sospeso da due settimane. No. Infatti un giorno convocarono tutto il dipartimento con la scusa di una riunione e ci licenziarono in blocco.

Non è quasi mai come abbiamo previsto, nel bene e nel male. Decisamente, non abbiamo la sfera magica.

Come nelle relazioni sgangherate, di quelle “né con te né senza di te”, quando pensiamo che la cosa finirà da sé, con una partenza dell’altro o con un nostro nuovo innamoramento. Finisce che s’innamora l’altro e, come da copione, decidiamo improvvisamente che è la nostra anima gemella, e tentiamo invano di recuperarlo.

No, non va come prevediamo noi, per quanto fantasiosi, ottimisti o catastrofici possiamo essere. Quando si tratta di predire il futuro la logica ci può aiutare, ma non siamo in grado di conoscere tutte le variabili in ballo. E il fattore sorpresa lo può costituire qualsiasi cosa, davvero.

Nonostante questo, continuiamo a organizzare la nostra vita su previsioni errate. Continuiamo a farci prendere dall’ansia, a fare mille calcoli come se potessimo prevedere il futuro.

Provate a fare una lista delle cose che vi hanno fortemente preoccupato e ricordate come si sono concluse. In quanti casi sono finite esattamente come avevate previsto?

Traete le vostre conclusioni.

Non sto dicendo di fare come la cicala e la formica, per la serie del doman non v’è certezza e allora chissenefrega, ma di renderci conto ancora una volta che, una volta fatto il nostro, quelle due-tre cose che è in nostro potere fare, ci conviene metterci comodi e goderci il viaggio: così, se ci sono scossoni, siamo riposati per affrontarli, e se tutto fila liscio guardiamo il panorama. Tanto, le infinite variabili del caso e del comportamento altrui ci sfuggono e non dovremmo neanche, a mio avviso, rammaricarcene.

Solo allacciare le cinture e vedere stavolta dove andremo a finire. Magari ci piace.

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