Un anno fa, di questi tempi, mi svegliavo verso le 5 del mattino e avevo due possibilità:
a) piangere fino a cadere addormentata per sfinimento;
b) alzarmi, farmi una tisana e leggere The Hunger Games finché non mi si chiudessero gli occhi.
Riuscivo solo con The Hunger Games, quasi a rifarmi un’adolescenza che mi aveva insegnato poco.
Capirete ora che non ho bisogno di essere reduce da un tremendo naufragio, di quelli che osserviamo impotenti alla TV, per dire che quest’anno per me è una rinascita, una seconda opportunità. E voi non avete bisogno di conoscere The Hunger Games a memoria, per pensare altrettanto.
In un altro post dicevamo che il più grande grattacapo, quando decidiamo di cambiare pagina, sono gli errori del passato.
Le nostre scelte infatti ci vincolano, ci costruiscono, il fatto che improvvisamente le troviamo sbagliate non significa che le possiamo cancellare.
Ma se quest’ anno lo passassimo bene fin dall’inizio?
Per me possiamo farlo, se…
Se ammettiamo che spesso recitiamo una parte, da cui non sappiamo più sganciarci.
Se ce ne sganciamo.
Se abbiamo il coraggio di dirci cosa vogliamo davvero.
Se abbiamo il coraggio di ammettere che potremmo non ottenerlo.
Se abbiamo il coraggio di provarci lo stesso.
Insomma, immaginatevi l’anno perfetto che perfetto non sarà, perché, come sempre, ci si metteranno tre fattori: noi, gli altri e il caso.
Ma immaginate che almeno uno dei tre fattori, il “noi”, funzioni bene. Che abbia imparato la cosa fondamentale: seguire la corrente.
Attraversare la vita più che cercare di forzarla, finendone attraversati. Sfidare i venti contrari senza pretendere di cambiare la corrente.
Non so, secondo me una cosa così potrebbe fare meraviglie.
Quindi, pazienza e olio di gomito e che sia un anno “perfetto” nel senso umano di perfezione.
Un anno passato a essere interamente noi stessi, esattamente come sappiamo fare.
Vedrete che basta questo.