woman-cooking-meal-for-date-night Io ho capito, dove sta la magagna.

Quando parlo a qualcuno, specie connazionali e magari compaesani, di un’esperienza nuova, un piatto inedito, un’usanza molto lontana dalle nostre, ci sono due atteggiamenti.

Il primo e più preoccupante è: “Ah, allora senti questa”. Cioè, alla mia ricetta di biryani indiano si risponde con quella dei paccheri alla crema di zucca. Al libro che sto menzionando mi si replica con una citazione di qualche scrittore “complesso e sottovalutato” che si autopubblica e che solo sua sorella conosceva, prima che cominciasse a fare video con una pornostar prestata alla filosofia. Tutto ciò avviene non in chiave “scambio d’informazioni”, è proprio un testa a testa tra quello che so io e quello che sanno loro.

Sapete che voglio dire? La reazione al nuovo che diventa un barricarsi in quello che si sa già.

In effetti mi succede soprattutto con gli uomini, che si sentono obbligati dalla nostra cultura a dimostrare quanto valgono. Fortuna che mio padre sarà capa tosta su certe cose, ma almeno sulle novità ti subissa di domande e se sono piatti stranieri si fa un punto d’onore di assaggiarli tutti (e mantiene la parola).

Ecco, questo secondo atteggiamento a conti fatti non è più difficile del primo, né più dispendioso emotivamente: si chiama curiosità e l’abbiamo sperimentato fin dalla più tenera età, con eventuali censure successive. È l’idea per cui qualcosa di nuovo nella migliore delle ipotesi ci arricchisce, nella peggiore non ci toglie nulla, perché se non ci piace lo rispediamo al mittente (per esempio: non sono uscita dal seno di Santa Madre Chiesa per sentirmi insegnare da un amico musulmano che “le donne sono esseri superiori e QUINDI dobbiamo proteggerle”).

Ma no, prevale la barricata. Che risponde quasi sempre alla logica del ci stanno invadendo. Ci stanno imponendo la loro presenza, la loro cultura, la loro novità.

Spesso non sono d’accordo neanche con quelli che, quando si tratta della bufala degli immigrati-invasori, sanno come mettere a posto i criptofasci travestiti da genitori preoccupati. Mi spiace che gli stessi tendano a ritenere Halloween nient’altro che una festa troppo americana per essere celebrata nella terra del soffritto napoletano o della catalana castanyada. Peccato che sia una festa celtica, significhi Ognissanti e che in America l’abbiano portata gli irlandesi.

E sono tanti gli altrimenti illuminati che se la prendono con una foga curiosa anche con quei vegetariani e vegani che non montano polemiche con loro per quello che mangino, ma che per il solo fatto di mangiare diverso da loro suscitano sarcasmo o addirittura indignazione.

So che qui sono molto impopolare, ma mi lascia perplessa anche la difesa selettiva della libertà di culto, che passa per una condanna francamente razzista dei cattolici. Capisco che in questo momento si tratti da un lato di condannare l’intolleranza verso altre fedi e dall’altro di rivendicare diritti civili e laicità. Ma per me una convivenza che nasce dal sospetto reciproco finisce male in ogni caso.

Non capisco cosa ci faccia pensare che barricandoci nel nostro stile di vita lo stiamo difendendo. Cosa ci toglie lo stile di vita altrui? Non sarà che siamo caduti nel tranello, noi terra d’ibridazioni, di miscele, di credere che cambiare sia brutto?

Una cosa è che non ci piaccia cambiare, o che non ne vediamo la necessità. Un’altra è che ci faccia paura.

Non siamo chiamati a cambiare, non sempre. Ma se non la consideriamo neanche come ipotesi, quella di accogliere abitudini diverse rispetto a quelle in cui ci identifichiamo, queste ci travolgeranno senza problemi.

Allora, facciamo una scelta cosciente. Quando vi dico la ricetta del couscous sono sicura che ne avrete altre 100 di ottime da propormi, della terra che ci ha generati. E me le segnerò senza che sminuiscano il mio couscous. Né il mio couscous sminuisce le vostre.

E prima di criticare qualsiasi cultura, colonizzatrice o colonizzata, ricordate l’ultima volta che avete detto che tutte le culture sono degne, proficue, uguali.

O ce ne sono di più uguali di altre?

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