Risultati immagini per funny model  E vabbe’, non mi sgamate subito, voi che mi conoscete di persona!

Per una volta che volevo fare la fashion blogger seria. Ok, forse ho esagerato un po’ col titolo. Ma un po’, eh.

Che poi, a darlo per buono, la risposta sarebbe da libro di self-help a due euro, nel cascione delle offerte alla Fnac. Accettandomi, cos’. Chi ha detto che la vita sia sempre complicata?

Quando mi vedevate vestita da lampadario era perché pensavo di essere un cesso a pedali, e mi premuravo di circondarmi di uomini che me lo confermassero.

È stato da quando mi sono accettata al di fuori della pressione estetica (espressione introvabile nel Google italiano), che mi sono sentita bene. E gli sforzi che facevo prima sono diventati un gioco.

Ecco quindi un elenco di pratiche, aggeggi e abitudini che, da quando sto bene anche senza, mi aiutano a giocare a prendermi cura di me. Alla faccia dei rossetti da 30 euro, della ceretta tradizionale araba venduta come sugaring solo “nei centri estetica esclusivi”, dei reggiseni che alzano, strizzano, spaccano e ti dicono le previsioni del tempo.

Ok, care amiche e cari amicHi, io per restare strafiga (prrr) faccio così.

  1. Faccia: sono mesi che non uso fondotinta, cipria né niente. Solo questa cold cream al caffè che mi colora un po’ il viso e mi fa anche profumare leggermente di moka. Per i colori, dopo aver ordinato dei pigmenti online, sto giocando a mischiare vecchie palette, o correttori, trasformare ombretti in rossetti… Tempo di preparazione? Mezz’ora è assai.
  2. Capelli. Se voglio cambiare davvero stile vado sempre da lei. Ma adesso voglio solo un taglio lungo e scalato avanti, e ho preso queste mollette per fare da sola (ok, prese nella versione pezzotta). Con bei risultati! Si possono fare anche tagli più elaborati, per chi vuole provarci. Per il colore, dopo anni a pasticciare con la chimica mi sono accorta che per tornare al biondo dell’infanzia mi bastava un intruglio di mio padre (misurino di lozione alla camomilla in 200 ml d’acqua) una volta a settimana.
  3. Peli. Superflui a chi?! Ma dopo qualche tempo in versione yeti mi sono accorta comunque che non mi piacciono né sulle donne né sugli uomini, e mi sono procurata questo depilatore a luce pulsata che economico non è (anche se si trova a 160), ma costa quanto 4 sedute in offerta in un centro estetico. E dopo un po’ si usa davvero di rado. Questo e altri aggeggi sopra i 20 euro ve li consiglio solo perché sono un investimento, li uso da anni e funzionano sempre.
  4. Tette! È inutile, cara commessa di Oysho, che mi scruti la maglia alla ricerca di qualcosa da imbottire. Secondo una ricerca americana (il cercataglie di Victoria’s Secret) porto una 34AAA! La mia taglia è l’urlo di Munch. E allora sai che? Questo massaggino a elettrodi mi rende un bel servizio ai due grammi che mi ritrovo (immaginatevi cosa fa con dimensioni più consuete) e tutto il resto è libera respirazione.
  5. Look! Niente, sono due anni che mi vestono quasi per intero i mercatini solidali. La seconda mano è fantastica! Ci trovi vestiti molto più resistenti di quelli scadenti e inquinanti di adesso, e puoi combinarli con quelli che già avevi. Senza parlare delle operazioni di restauro: ho fatto resuscitare le Dr. Martens con una bomboletta spray! Quando la lavatrice ha distrutto la manica alla mia giacchetta preferita, mi sono procurata un gomitolo in tinta per fare maniche nuove a uncinetto. È una vera minchiata, se ci riesco io… Infatti ho un reparto sciarpette ai ferri da paura.
  6. Sport! Pagavo 40 euro al mese per la palestra, poi mi sono accorta che per quello che ci facevo (squat, addominali, flessioni…) potevo portarmi le schede a casa e tutto quello che mi mancava sul serio erano due robe per il cardio. Uno step, una cyclette. Si trovano pure a basso costo e di seconda mano, e ormai mi alleno ogni giorno. Ho fatto le cosce di Maradona!
  7. Purché se magna. Perché “la bellezza comincia a tavola!” (seh). Lo so, il tempo è poco. Quando studiavo e lavoravo, l’anno scorso, cucinavo la domenica per mezza settimana e il mercoledì sera per l’altra mezza. Ma in cucina, a comprare solo materie prime, ci si guadagna in tutti i sensi. Con 1,50 di basilico faccio un pesto che Buitoni scansati. Genovesi scusate, il mortaio ce l’ho ma ho investito in un buon minipimer che mi ha risarcito presto i suoi soldi. Ci faccio pure la maionese, col basilico e altre erbette, in cinque minuti d’orologio. E dall’olio avanzato ricavo il sapone: mezz’ora. So che non vi convincerò mai, visto che pensate che Valsoia e i gourmet siano “mangiare veg”, ma con 95 cent di farina di forza faccio seitan per una settimana. E l’hummus pure, che ci vuole a frullare sesamo, olio e limone per la tahina e unirli a ceci frullati? Senza parlare di tutte le zuppette che di ritorno dal lavoro mi fa da sola la pentola a pressione, mentre mi doccio. Insomma, mangio sano, sono felice e la panzella la compenso con tanta allegria! La nasconde? No. Ma vabbe’.

Adesso mi dite che siete culturisti di professione, avete la settima di reggiseno e preferite nascondere meglio l’acne giovanile o cambiare spesso taglio (e taglia). Fantastico.

Questi sopra sono i miei giochi, mi piacerebbe conoscere i vostri. Credo che l’importante sia capire due cose: possiamo fare come ci pare, in barba a Enzo & Carla; non c’è bisogno di spendere tanto.

Buon divertimento!

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