Lo so: la polizia ha perquisito l’aereo di Guardiola in cerca di Puigdemont, che a sua volta ha designato come successore uno che sta in carcere.
Ma avete passato ottobre a dire che la questione catalana era terribilmente semplice: succedanei civilizzati della Lega che volevano separarsi per soldi. Come facevamo a non vederlo, noi coinvolti in prima persona?
Potrei rigirarvi la stessa domanda se solo do un’occhiata alle notizie dall’Italia: la polizia carica degli antifascisti che si oppongono a CasaPound , e il commento di tanti è “sono la stessa merda”. Uno che spaccia per romanzo un libro di self-help chiama “cattiva maestra” un’antifascista di un corteo appena caricato.
La crisi e una politica connivente hanno messo in ginocchio il paese, e la colpa è di quella percentuale minima di extracomunitari che decide di restare, invece di cercarsi nazioni europee più prospere e aperte mentalmente (anche se da un po’ è una bella gara). E non mi venite a parlare di “pericolo percepito” che è comunque un problema, o vi rigiro lo stesso benaltrismo che elargite quando si tratta di disuguaglianze di genere (che affliggono almeno metà della popolazione, che sarà mai?).
Insomma, l’Italia è alla canna del gas ma voterà di nuovo Berlusconi alleato coi fascisti, tanto che l’atroce questione del “cosa faccio per impedirlo” ha portato i miei amici a votare Bonino o PD, e me a correre al Consolato per lasciare una firma a Potere al Popolo (che poi le regole per votare all’estero fanno schifo, e a Barcellona non ci hanno neanche fatto firmare per il Senato).
Ma che davero? Visto da fuori è semplicissimo: follia collettiva.
D’altronde in Italia siamo tutti psichiatri: è subito diagnosticato come folle chi uccide le figlie o “spara ai negri” (anzi, a quest’ultimo si dovrebbe dare proprio una medaglia, vero?).
Diciamo allora che non so che fenomeno d’isteria collettiva vi abbia preso, ma lascio le indagini a John Oliver (qui sotto) e a chi dice che l’Italia legge poco e viaggia meno, quindi è facile da abbindolare e gli altri non fanno meglio…
Come, è più complicato?
Ah, ok, allora c’entrerebbe la scarsa alternativa politica, il deterioramento della qualità della vita, e la crescente precarietà lavorativa che cambia i rapporti di genere, classe ed etnia e lo stesso concetto di “giovani“…
Uh, allora vuoi vedere che le cose sono più complesse di quanto si creda?
Allora ripetiamocelo insieme. Riconosciamo anche che chi è immerso in qualcosa e chi ne è fuori hanno due prospettive diverse che si devono sempre integrare e mai scavalcare a vicenda.
Detto questo, non potendo neanche votare come vorrei, cito l’amico che ormai dieci anni fa, nel 2008, commentò:
“Ci governassero gli Unni, forse dopo cambieremo qualcosa”.
Non avrei mai pensato che un giorno sarei stata d’accordo con lui.