Credo sia un buon giorno per ripubblicare quest’intervista che mi ha concesso Judith Muñoz-Saavedra. Insieme a lei, con la supervisione di Laura Guidi, coordineremo un numero de La camera blu – Rivista di Studi di Genere, dedicato al romanticismo e alla decostruzione dell’amore romantico. Vi lascio qui il call for papers, da inoltrare a chi si occupi della questione a livello accademico:
http://www.serena.unina.it/index.php/camerablu/announcement/view/109
San Violentín, o Sant Violentí, è una festa che in tanti celebrano con le migliori intenzioni, che non stigmatizzerò: un’occasione per festeggiare l’amore.
Sì, ma quale amore?
Che sia la gioia e il lavoro di scoprirsi ogni giorno, e non una recita prestabilita di ruoli scolpiti nel tempo, un modo d’infiocchettare la triste realtà che troppo spesso le donne (è ancora una festa molto etero!) continuano a dipendere dal compagno da un punto di vista economico ed emotivo.
Che amore sia, quindi: ma di quegli amori che liberano, e non costringono.Buona giornata!
Si ha sempre l’età per NON morire di amore romantico.
Ce lo spiega Judith Muñoz Saavedra, professoressa del Dipartimento di Didàctica i Organització Educativa (DOE) all’Universitat de Barcelona, ed esponente della corrente di docenti che si occupa di proporre modelli culturali alternativi a quelli, spesso nocivi e a volte letali, che ci vengono inculcati fin dall’infanzia. La Catalogna, la Spagna, il mondo latino affrontano queste tematiche da molto tempo e hanno prodotto un materiale didattico sterminato. Spero quindi che l’intervista che mi ha concesso Judith (qui in versione originale) possa fornire degli spunti a chi in Italia prova a fare lo stesso, e invogliare chi non lo fa a cominciare!
In che senso l’amore romantico “uccide”?
La retorica dell’amore romantico rinforza i ruoli tradizionali di genere e giustifica diverse forme di violenza maschilista. Noi donne viviamo circondate di messaggi che negano la nostra autonomia; ci…
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