
Non ci credo, che sto scrivendo ‘sto post. Ma insomma, in Italia si è acceso il dibattito sulla molestia da strada e, per dare idea di come afferriamo subito i concetti, c’è chi ne fa solo un problema linguistico: mamma mia, il catcalling! Come osiamo sporcare la nostra bella lingua? In ginocchio sui ceci, Pater Ave e Gloria.
Io rispondo che “molestia da strada” mi va benissimo, ma gli anglosassoni dicono ancora “fettuccine”, no? Magari ne sbagliano il gender!11! e le chiamano fettuccini, ma vabbè. Perché lo fanno? Perché gli italiani hanno inventato le fettuccine, e le fanno decisamente meglio di loro. Cosa fanno uno schifo gli italiani? Il gender!11! E per analizzarlo, scusate, si parla soprattutto inglese. Prendiamo il grande dibattito di questi giorni: perfino su pagine femministe italiane ho letto biasimi alle donne che difendono la pratica (ovvio che il problema sono loro!), e qualcuno, con le migliori intenzioni del mondo, si è messo a scrivere che la molestia da strada è una responsabilità “di uomini e donne”. Quanto a quest’ultima osservazione, la trovo fantastica, perché crea la vittima di Schrödinger: se non reagisce, “se l’è cercata” perché non fa niente per impedire la cosa; se reagisce, “se l’è cercata” perché il molestatore si incazza e chissà che succede.
Quanto alle donne che difendono la molestia da strada, io ne ho incontrate personalmente due, che sono tra gli esseri umani con cui più abbia avuto problemi in vita mia. Una tiranneggiava su di me e un altro coinquilino, che aveva 34 anni ed era alto un metro e ottantaquattro, ma comunque temeva come la sottoscritta di rivolgere la parola a questa impicciona. Un’altra, che conoscevo a stento, mi mise a fare di punto in bianco il riso per sua figlia piccola, che aveva 37,2 di febbre: lei doveva coricarsi nel letto con la bambina, che però dormiva! Disse poi all’ex che era con me che il suo problema era che lui si metteva “sempre con femministe” (orrore!). Entrambe le perle viventi di cui sopra affermavano che, quando un muratore spiegava loro quanto fossero belle, loro sorridevano e ringraziavano.
Auguri! E, soprattutto, buona vita (lontano da me). A quelli che… “Hai visto? Due che apprezzano le hai conosciute anche tu!”, dedico il seguente meme, che spero non ci sia bisogno di tradurre, sul fatto che agli uomini bianchi piaccia molto fare gli avvocati del diavolo. Infatti sminuiscono con questioni marginali ed eccezioni stupide i problemi che non li riguardano in prima persona (e che dunque, a starli a sentire, sono irrilevanti).

E se vi ha fatto orrore questo post in ing… in ingl… in ingles… insomma, nella lingua del demonio (Pater, Ave e Gloria), passiamo alla lingua di Torquemada! Che, rispetto alla Controriforma italiana, ne ha fatta di strada. Infatti, in spagnolo la molestia da strada si chiama piropo callejero, cioè “complimento da strada”, ma viene riconosciuta da tempo come molestia, con tanto di pagine che se ne occupano, e di quiz da somministrare ai molestatori! È questa l’iniziativa più antica che ricordi nello Stato spagnolo: le attiviste sottoponevano ai molestatori un vero e proprio questionario in cartaceo. “Salve, visto che si è preso il disturbo di arricchirmi con un suo apprezzamento non richiesto, potrebbe rispondere ad alcune domande? Scriva qui sotto la frase o il verso che ha utilizzato nei miei confronti: _________. Adesso, mi dica: cosa intendeva ottenere esplicitando questa sua osservazione? Ha mai raggiunto lo scopo che si prefiggeva, con me o con altre?”. E così via, con tanto di video girati ad hoc. Ricordo un tipo anziano, con la faccia oscurata, che diceva: “Estás loca, ¿no?”. Ho una notizia per lei, egregio signore: non ci crederà, ma Franco ha muerto. E la popolazione se n’è accorta, al contrario di quanto sia successo in altri posti che hanno appeso i loro dittatori qualche decennio prima…
Non mi credete? Allora concludo in bellezza con una chirigota, cioè un’esibizione canora tradizionale di Cadice, legata al famoso Carnevale della città. Una serie di ragazzi, che personalmente trovo molto belli, spiegano al “machito” di turno cosa provocano i suoi commenti e fischi in strada. Traduco il testo qui sotto:
“Ascolta un momento / e stai un po’ zitto / vediamo se capisci / maschietto di turno / cos’è un complimento. / Perché anche se credi / che le fai impazzire / provano solo schifo / per ogni sozzeria / che caccia la tua bocca.
Ascolta un momento, maschietto di turno / il mondo è cambiato / e ti tocca tacere. / Far complimenti / è afferrare le mani bianche di tua madre / e senza accorgertene scoprire / che ti scappa un ti amo. / Far complimenti / è recitare / le coplas che escono dall’anima / e cantarle a Cadice / davanti al tuo popolo. / Un complimento è il poema / che in un tovagliolo / ogni sabato il nonno / con errori e cancellature / scrive alla sua nipotina. / Complimenti a letto / arresi ed estasiati / quando ammaina il desiderio / e contemplo la dea / che riposa al mio fianco. /
Alle tue parole manca / l’amore, la tenerezza, / la passione, l’affetto / e manca il rispetto. / Manca la decenza / mancano le buone maniere / e il consenso. / Mancano tante di quelle cose / che più che un complimento / è solo ripugnanza. / È ora che tu capisca / che quando il tuo mormorare / le assalta di notte / le loro gambe tremano / e la paura le invade / e correndo a casa loro / l’unica cosa a cui pensano / è a non essere un’altra / nella lista dei nomi / di quelle che non tornano più.”