
“Allora ricordo bene, che sei italiana!” mi fa il cameriere.
Il Buenas Migas è una catena che vuol essere un connubio tra gastronomia italiana e inglese (sì, avete letto bene). Ci vado ogni tanto col compagno di quarantena, perché ci sembra il modo migliore per punirci a vicenda. Per esempio, io ordino un tè Earl Grey ghiacciato con pezzi di mela, e al compagno di quarantena dichiaro: “Questa è la vendetta per il frappuccino!”. Lui risponde ordinando un caffè con otto litri di latte dentro.
Adesso il cameriere mi ha riconosciuta dopo avermi vista solo un’altra volta, nonostante la nutrita clientela del locale. La mia prima reazione è stata lisciarmi i capelli con fare suadente e dirmi: “Eh, il mio fascino senza tempo mi rende indimenticabile!”.
Poi mi sono resa conto che, sia stavolta che nella mia visita precedente al locale, indossavo un vestito di colore viola, arancione, rosa shocking, fucsia e giallo. Con mascherina rosa shocking abbinata. Diciamo che almeno su un particolare avevo ragione: ero impossibile da dimenticare.
La parte ironica è stata che al tavolo, insieme al compagno di quarantena, mi aspettava il portatile aperto su una lezione del corso di Buddismo e Psicologia evoluzionistica dell’Università di Princeton: la nostra mente, per interpretare ciò che ci capita, tende sempre a trovare la spiegazione più lusinghiera per noi. Insomma, ci abbiamo i bias (una parola che va di moda), e a volte abbiamo pure i bias sui bias.
Devo dire, però, che in un’occasione mi andò anche peggio (oppure meglio?) con una collega di questo cameriere “abbagliato” dalla mia persona. Con la ragazza, pure italiana, al momento di pagare ci fu un malinteso sulla consegna del resto: la mia genuina confusione sui soldi che mi spettassero mi fruttò un’occhiata ambigua, e la sensazione di essere stata scambiata per una furbacchiona che volesse intascare di più…
E invece no! Di lì a poco la tizia, dopo avermi riconosciuta su un gruppo Facebook di italiani, mi aggiunse ai suoi contatti. Visto? Ok, magari si illudeva che come veterana a Barcellona (particolare che si evinceva dai miei post), potessi esserle utile… Oppure chissà, forse le stavo davvero simpatica!
Ebbene sì, il nostro cervello giunge a conclusioni affrettate e non sempre realistiche, in un senso o nell’altro. La soluzione sarà davvero il buddismo, come suggerisce il corso che sto seguendo? Ci ritornerò.
Intanto confesso di non esserne troppo convinta, ma mi sa che anche quello è un mio bias.
(Vabbè, a mali estremi…)
E pensare che anni fa ti stupivi per le mie Hogan puro colore Gold ahahahah …stammi bene 😘
Bella! Il top erano gli stivali bianchi sopra i jeans! 😀 Bacione a te!
Mi sa che devo cominciare la cura di fosforo perché non ricordo assolutamente di aver mai posseduto stivali bianchi 😳 ricordo una salopette corta arancio cn anfibio di tela nel periodo in cui ci siamo frequentate e una t shirt a costine Levis che ti prestai una volta ma era una vita fa! Ad ogni modo i fashion trends degli anni ’90 non erano tutti da salvare …hai fatto benissimo tu a non cavalcarli mai 😄
Ahah non mi riferivo a te, non credo di averti mai vista personalmente in stivali bianchi, solo che tu mi dici “Hogan dorate” e mi parte la nostalgia! 😀 E poi io negli anni ’90 avevo le Palladium…