Villa San Michele: la panoramica più bella di Capri - Mappimondo
Da mappimondo.it

C’era una sfinge che non mi guardava.

Era in una bella casa, che visitavo ogni tanto. Per quanto mi arrampicassi al parapetto del suo balcone (e mamma già mi vedeva sfracellata giù), la sfinge ignorava me e guardava il mare. Mare Nostrum. Male Nostrum, scherzavano le pubblicità progresso in funicolare, mostrandoci tutti i rifiuti gettati dalle crociere. Ma era sempre il Mediterraneo.

L’altro giorno un’amica mi ha parlato di un summit mondiale su un bene primario, tipo l’acqua, e del fatto che la sua organizzazione, prima di andarci, si sarebbe riunita “con gli altri paesi del Mediterraneo”, per mettere sul piatto le questioni comuni. Ho ripensato all’amico meridionalista che sognava una lega dei paesi mediterranei, che forse, nella mia terra d’origine, sarebbe stata più “sentita” e vicina dell’Europa. Poi mi sono ricordata dei miei incontri col centro euro-arabo, dove l’ora della riunione è sempre indicativa e se arrivi con venti minuti di ritardo ti anticipi di molto. Allora, scherzando, mi sono detta no, meglio mescolarci, che ormai siamo molte cose insieme: Mediterraneo, Europa, mondo. E per quanto non ci piaccia siamo anche Google, che, trent’anni dopo le mie maldestre arrampicate su una ringhiera, mi ha permesso di guardare in faccia la sfinge che mi preferiva il mare.

È che la sfinge, adesso, sono io. Che vi aspetto. Che mi sono soltanto spostata su un’altra sponda del Mediterraneo, e non sento l’esigenza di essere in Italia per partecipare delle cose italiane. Per venirmi a trovare, voi dall’Italia, dovrete pure cambiare paese, per quello che vale, ma non avrete cambiato mare. O continente, nonostante tutto.

Mediterraneo, Europa. Concetti che sono cambiati nel tempo, ma aleggiano sulle acque più sfigate del mondo: le nostre. Che dovrebbero essere quelle di tutti, di tutte, di tutto.

Ecco. Facciamo che siano le acque di tutto.

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