
Io già lo so, che Serena vi starà sul culo.
Innanzitutto, la co-protagonista di Sam è tornato nei boschi (che trovate qui e qui) è una privilegiata, specie in confronto a uno come Sam che, quanto a disgrazie, altro che tornare nei boschi: dovrebbe farsela a piedi a Lourdes!
Poi all’inizio del libro troviamo Serena un po’, ehm, alterata, e propensa a confessarsi cose che non oserebbe ammettere, in circostanze meno ansiogene.
Però Serena ha un grande problema, che individua lei stessa in un momento di illuminazione: è una Santippe. Con la sua orribile esperienza in strada, Sam si atteggia, se non a Socrate, almeno a Terzani di Collserola… E Serena come può competere? Lei è “quella che resta”, e ha due vizi capitali: sa quello che vuole, e vuole una vita tranquilla. Che nel suo caso passa anche per l’idea peregrina di creare una famiglia, magari con uno che non sia proprio Barbablù. Non so come vada a voi, fanciulle etero che desiderate lo stesso, ma lei si ritrova sempre uomini che se la squagliano sul più bello. Tanto che je frega, a loro? Per i figli possono aspettare decenni, e una donna con più soldi di loro può essere ancora presa maluccio, pure nell’Anno Domini 2020.
Insomma, lasciatemi spezzare una lancia per una tizia che, semplicemente, si faceva i fatti suoi, e all’improbabile relazione con Sam si presenta già “risolta” sul piano psicologico. O così crede.
Invece ha anche lei molta strada da fare, e la deve fare tutta nello spazio di una notte.
Magari seguiamola, e vediamo dove arriva.