Perché ho dedicato il mio blog al basilico?
Beh, quando stavo a Napoli era imprescindibile, e a Barcellona non lo conoscono. Quello che davo per scontato nella mia vita quotidiana, qui non esiste. Ricavatene le metafore del caso.
I catalani lo scambiano con la menta, i fruttivendoli pakistani non l’hanno mai visto in vita loro. Lo trovi al mercato, quasi due euro al mazzetto, e ripensi al “datemi un po’ di odori” dal fruttivendolo a Frattamaggiore. Un po’ di odori. Un tempo per me il basilico era odore d’estate. Ora è diverso.
Quando sto nella mia pizzeria preferita, e il cameriere di Secondigliano esce di scatto dalla cucina, la porta resta aperta due secondi. Io mi fermo un attimo e dico al mio interlocutore, olandese, scozzese, catalano: scusa un attimo, sento odore di casa.
E poi c’è un’altra cosa: un bel giorno, dopo l’ennesimo trasloco, mi accorgo che ce l’ha il negozio sotto casa. Nel retrobottega. Quello che snobbo un po’ perché a 10 metri c’è la bottega della vicina, la Carmeta, che ha una fattoria. Ma il basilico lo vende più caro di questo ragazzo, che a domanda “sei pakistano” risponde “sono del Kashmir”. Come i catalani. Sei spagnolo? No, catalano. Se lo sapessero…
E poi c’è la mia amica Elena. Psicologa romano-calabrese nata per caso a Caserta. Se chiedi a lei il blog dovevo dedicarlo al basilico perché sono:
very Italian
ma in giro per il mondo
all’apparenza integrata, una piantina qualsiasi del posto
e invece una che mette radici anche altrove
ma resta di lingua italiana nei consigli
Amen.
citata su cotanto blog. quale onore!!!!
Maria…sei fantastica!!!
Perché sottolinei il fatto che uno specifichi di dov’è? Voglio dire, se a te chiedono se sei napoletana, mi ci gioco quel che vuoi che specifichi che sei di Frattamaggiore. Perché ti risulta curioso che lo facciano i catalani o quelli del Kashmir? Non lo chiedo con acidità, ma con curiosità da sociolinguista.
P.S. Il basilico lo trovi ovunque, in piantine anche dai cinesi ad 1€/u e in qualsiasi mercato. Il pachistano sotto casa non è proprio un ottimo referente né esponente del commercio culinario di Barcellona, che oltre ad essere vastissimo è invaso da prodotti italiani di ogni tipo.
Buon proseguimento col blog.
Saluti
Perderesti 🙂 . Dico che sono di Napoli. Specificando che vengo dalla provincia, ma avendo vissuto due anni a Forcella voglio la cittadinanza onoraria. L’insistenza che notavo, comune a catalani e kashmiri (anche se non li caratterizza tutti allo stesso modo, ovviamente), m’incuriosisce perché li unisce molto più di quanto credano.
Ritengo che i pachistani diano un grande contributo alla gastronomia barcellonese, con una cucina che trovo tra le migliori al mondo, e quanto al basilico siamo in tanti, forse distratti, a lamentarci del suo difficile reperimento e della scarsa conoscenza tra la gente (ho dovuto rivelare io agli ex colleghi catalani che quel sapore “strano” nella lasagna non fosse origano). Comunque, come intuisci, l’ho comprato dalla fioiaia cinese vicino Arc de Triomf. 3 euro ben spesi 🙂 .
Grazie per la visita!
ciao Maria, sono Chiara, ci siam viste e conosciute l’altro sabato alla festa di Mauro.
Non é stato difficile trovarti (era solo questione di farlo come gli uomini: una cosa alla volta, senza musica e concentrata).
Spero rivederti presto, intanto volevo ricordarti l’appuntamento teatrale questa sera (come ogni mercoledí) alla casa degli italiani, dalle 19-19h30 in poi. Sei la benvenuta, e son sicura che ti piacerá (e che piacerai)!! Como ti trovo in FB x dettagli tecnici (di telefono) come una volta?!?
Ciao Maria,
se hai un balcone o una finestra esposta al sole, puoi piantare i semi di basilico in un piccolo vaso. Il clima di Barcellona ne favorirà la crescita. Sentirai profumo di casa e i tuoi spaghetti al pomodoro non avvertiranno la nostalgia. Il tutto può essere anche considerato nell’ambito della metafora.