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Risultati immagini per immigrati non lasciateci soli con gli italiani

Dalla pagina di Abbatto i muri

Come ultimo post sulla tristissima pagina di storia italiana (e umana) che è stata la vicenda Aquarius, condivido il comunicato dell’associazione che da cinque anni è parte integrante della mia vita barcellonese. Se vi va, condividete:

NON CI RAPPRESENTANO

L’Associazione Altraitalia Barcelona, costituita da italiane e italiani residenti in Catalogna, esprime la propria approvazione rispetto alle scelte del governo spagnolo e della Generalitat valenciana sulla questione Aquarius. Siamo felici di vivere in una città che non ci fa sentire “immigrati”, e che per volontà della sindaca Ada Colau ha aperto fin dall’inizio del suo mandato le porte ai rifugiati. Siamo orgogliosi di toccare con mano il fatto che tutti quei valori che, a detta della destra italiana, porterebbero alla disgregazione dell’identità, sono invece il fondamento di una città aperta e inclusiva, dove persone di ogni provenienza e credo hanno potuto trovare una nuova casa.

Non possiamo che guardare con preoccupazione agli ultimi sviluppi della politica italiana, caratterizzati dall’allarmante centralità di un discorso identitario che ha creato le premesse per le desolanti prese di posizione razziste del ministro dell’interno Salvini. Ci preoccupa che queste posizioni sembrino essere condivise da buona parte di questo governo, e da una porzione significativa della popolazione.

La Spagna e la Catalogna non sono un paradiso libertario, contrariamente a quello che vorrebbe far credere una certa lettura superficiale della realtà. Ma crediamo che Barcellona in particolare, pur con tutti i suoi problemi, rappresenta la realizzazione dei peggiori incubi di Salvini e dei suoi sodali: famiglie LGBTI numerose e attive, lotte femministe che sono diventate coscienza collettiva, il razzismo populista che, persino in un contesto identitario come quello catalano, è inesistente.

È per questo che, forti della nostra esperienza, possiamo dire, ora più che mai: restiamo umani.

Barcellona, 18 giugno 2018.

Associació AltraItalia Barcelona

info@altraitaliabcn.org

Nota
L’associazione Altraitalia Barcelona è nata nel 2009 da un gruppo di italiane e italiani residenti in Catalogna appartenenti a diverse tradizioni della sinistra nostrana. L’intenzione, da subito, fu quella di interagire con il contesto politico della nostra patria d’adozione: da qui derivano le molteplici iniziative attraverso le quali, nel corso degli anni, abbiamo cercato di lavorare alla costruzione di una memoria storica condivisa tra Italia e Catalogna.

 

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Risultati immagini per cartel italia aquarius Oh, non vi facevo così patriottici. Levata di scudi nazionale contro gli “insulti” di Macron, che per quanto mi riguarda, come si dice a Napoli, a proposito dell’Aquariusci ha chiamati per nome. E se pure un negriero inamidato come Macron ha schifato l’Italia (che inspiegabilmente lo ammirava pure), io sarei indecisa se collocarci subito prima di Mordor, o dopo la Gora dell’Eterno Fetore. Bando alle ciance, comunque: senza promettervi nulla di sistematico, volevo farvi sapere cosa dicono di noi, traducendo qua e là dalle testate on-line, e dai social spagnoli e catalani.

Per prima cosa El País (altro giornalino che se ti schifa è grave assai) m’informa che

La distribuzione dei 629 [migranti a bordo] è stata fatta in tutta fretta, perché la Guardia Costiera italiana aveva concesso dieci minuti. C’è stato bisogno di decidere con molta rapidità chi restava sull’Aquarius e chi sarebbe stato trasferito [su un’altra imbarcazione].

Anche La Vanguardia, giornale catalano, sottolinea:

Il piano di spostamento già comincia male, perché obbligherà i naufraghi a restare più giorni – tre o quattro –  in alto mare, e ritirerà due navi – peraltro italiane – da questa zona del Mediterraneo in un momento in cui precisamente mancano mezzi di salvataggio.

Il no della Lega a liberare i porti viene considerato da questo articolo “la parte più grave della faccenda”, con un’allusione non troppo velata alla legalità (o legittimità) del procedimento: Salvini viene indicato come “leader della xenofoba Lega”. La parola “xenofobo” non era stata lesinata neanche dal País, che fin dalla visita a Pozzallo notava che Salvini “fosse ancora in campagna elettorale”.

Conclusione? Per una volta sentiamo El Diario

Il messaggio xenofobo e contraddittorio dell’Italia alimenta il caso della riforma migratoria in Europa.

Avete ragione: Pedro Sánchez, il nuovo idolo italiano che per me puzza ancora di articolo 155, non è proprio alla guida di un paese “samaritano”. Anche se il suo Ministro degli Interni, Fernando Grande-Marlaska, ha annunciato l’intenzione di ritirare il pericolosissimo filo spinato di Ceuta e Melilla: un omaggio, udite udite, del governo Zapatero, nel 2005, poi ritirato parzialmente e rinforzato dal PP nel 2013. Però il ministro ha anche precisato in un’intervista che i migranti a bordo dell’Aquarius verranno trattati “come tutti gli altri”: cioè, come specifica fin dal titolo questo articolo, “avranno un permesso di soggiorno di tre mesi, anche se non si esclude che alcuni finiscano nei CIE”.

Ma nella pagina Facebook di Bienvenidos Refugiados – España, un’utente invita nei commenti a “non essere negativi” (!),  perché almeno, sottolinea, “Ci siamo distinti dai fascisti italiani”.

E da quelli spagnoli: colpito e affondato, il PP non ce la fa proprio a tacere e ha già dato battaglia su questa decisione del nuovo governo, mentre i suoi seguaci hanno fatto proprio l’originale motto, in voga anche da noi, “Mételos en tu casa” (più che “Accoglili a casa tua”, quindi, proprio “Mettiteli in casa”). Il trend che si è generato su Twitter è già leggenda: un politico catalano posta una foto della “casa” di Felipe VI, invero molto capiente, e qualcuno prova a fare lo stesso discorso per la famiglia reale. Tra queste “risate a denti stretti” non poteva mancare:

Se ti piace così tanto il fascismo, mettiti il governo italiano in casa.

Res a afegir.

Nada que añadir.

Niente da aggiungere.

A parte, se permettete, un ricco “chitemmuorto”.

Stretta è la soglia, larga è la via…

Che volete da me, non riesco a essere nostalgica.

Magari avrei voluto che i miei vent’anni fossero stati sereni come i trenta, questo sì. Ma sto dormendo da due giorni di fronte alla mia antica facoltà, e tutto quello che riesco a pensare è: “Cosa posso prendermi, oggi, da Napoli?”.

Va detto che la città è generosa, a parte gli “smoothies” a 3.50 per un bicchiere pieno a metà.

Per esempio, mi è piaciuta l’offerta del sindaco di accogliere la nave Aquarius. L’ha appena fatto anche la sindaca di Barcellona, sto a posto.

Nella mia facoltà ho trovato questa scritta che percorre le pareti di quella che per me, una volta, era solo l’anticamera della biblioteca: “Ognuno di noi deve dare qualcosa, in modo che alcuni di noi non siano costretti a dare tutto”.

La vita, tipo. Per garantire il consenso a qualche politico senza scrupoli, e regalare una sensazione illusoria di sicurezza a chi pensa che i problemi arrivino dal mare.

Peccato che invece vengono da stanze chiuse, spesso molto vicine, in cui chi ha molti soldi decide come fare per mantenerli, costi quel che costi.

E chi non ne ha abbastanza da “stare quieto” cerca capri espiatori alla sua portata. Storia vecchia. Ho letto su Facebook:

“Sono calabrese, ero disoccupato e ho provato a raccogliere arance, ma uno mi ha detto che lavoro, in quel frutteto, non ce n’era. Era tunisino”.

Una volta spiegai a un collega catalano che i ricercatori italiani in Catalogna erano tanti perché, nelle nostre università, non c’era  lavoro. “Be’, neanche qui ce n’è!” aveva sbottato lui, non troppo scherzoso. Temeva gli rubassi il posto. Sapete com’è finita? Quel posto non l’ha avuto nessuno dei due. È stato eliminato per mancanza di fondi.

“Il sindaco di Napoli si sta solo facendo pubblicità, marciando su un fatto di cronaca”.

Un amico mi dice che è dal secondo mandato che il sindaco di Napoli sembra fare pochi gesti plateali, e molti cambiamenti di facciata. Non so se sia vero, spero di no. So che, pubblicità o meno, un bambino nato in Catalogna ora è anche napoletano, e che intanto l’offerta di accogliere la nave c’è.

Certo, vorrei che tutto ciò fosse “normale amministrazione”.

Alcuni di noi lo vorrebbero.