Immagine correlata So che la notiziona è che Puigdemont è uscito di galera.

Ma io, che sto sempre sul pezzo, volevo dire che le reazioni, per fortuna tiepide, mi ricordano uno scenario anteriore: all’inaugurazione del Mobile World Congress, il re di Spagna è tornato in una città a lui ostile e si è scatenato l’inferno. Sapete qual è stato il problema, quella sera, per qualche connazionale a Barcellona? La cena, rovinata dallo sbattere di pentole.

Oppure, uno scenario apocalittico: se i catalani non la smettevano, il Mobile World Congress l’avrebbero spostato a Madrid (rabbrividiamo).

Io andavo a un incontro in cui dovevo fare pure un intervento, ho costeggiato file di camionette della polizia (e questi di qua mi spaventano a morte), e mi hanno chiuso la strada sotto al naso. Però, pur non essendo indipendentista ho considerato che quel signore, come si direbbe a Napoli, è ghiuto ‘n paraviso pe’ scagno (è finito in Paradiso per errore), perché prima di morire un tiranno ha designato suo padre come capo di stato. Nonostante questo, dopo una crisi politica di cui possiamo parlare per secoli, ma che non si è verificata nel modo più democratico, non ha saputo far altro che richiamare all’ordine precostituito, e ringraziare le forze dell’ordine per il lavoro svolto.

A questo punto io lo tollererei, che i miei vicini di idee politiche diverse battessero le pentole per un po’.

Ma no: partendo da un disagio reale (qualcuno deve dormire, qualcuno ha i bambini piccoli…) si arriva allo stesso principio per cui gli assorbenti non devono andare nel paniere dei prodotti a basso costo, secondo benaltristi di sesso maschile.

Insomma, credo che si confonda la legittima aspirazione a non essere disturbati dalle lotte altrui con quest’equivoco universale per cui l’unica cosa che conta sono i cazzi nostri.

Come si dice in questi casi?

“Spero di essere smentita”.

(Questo fa ridere senza commenti.)

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