
Lo so perché lo facevo anch’io.
Trovavo banale chiunque mi accogliesse nella sua vita, o nella sua giornata, con un sorriso più o meno tranquillo e un po’ di fiducia. Per la gente così non ero una minaccia, e se lo ero, ero scongiurabile.
Io non sapevo scongiurare le minacce, specie se avevano sembianze umane: credevo che me le attirassi.
Non è vero. Le persone come quella che ero, come quella che un po’ sarò sempre (ma ho imparato a mantenerla tranquilla), vanno in giro per il mondo senza capire che il mondo non deve girare come dicono loro. Che se scrocchi di tutto, dai passaggi alle energie altrui, qualcuno potrebbe prendersela senza per forza essere egoista.
È un concetto che magari afferri al volo, quando è a te che si accollano. Ma il tuo caso è diverso, tu non puoi dare una mano! La vita ti ha trattato male, e spesso è vero, e allora credi che tutto ti sia dovuto, e questo è falso. Te ne accorgi presto, e te lo nascondi all’istante.
Sono le altre persone a essere banali, con la loro pretesa di fidarsi di te: magari si aspettano che se oggi le tratti bene lo farai anche domani, altrimenti chiederai almeno scusa.
E se hai il privilegio, la fortuna di diventare una di loro, una che ti apre la porta e poi decide se puoi restare, con reciproca soddisfazione, se questo succede allora sì che ti troveranno banale. Caxxo ridi, la mamma ha fatto gli gnocchi? Caxxo respiri, scherzi, vivi?
La vita è sofferenza, e chi si permette di dissentire può pure andare fuori!
Ok, tesoro. Ti assicuro che uscendo chiuderò la porta.
