mirrormirror  L’altro giorno leggevo la classica frase ad effetto su facebook: “come ti tratta la gente dipende dal suo percorso, come reagisci tu dipende dal tuo”.

Non so voi, ma conosco persone che, per quanti problemi possano avere anche con gli altri, con me danno il peggio. A prescindere da quello che faccia io. Possono essere “eccentriche” per conto proprio, ma, quando devono interagire con me, anche per questioni importanti, semplicemente oscillano tra l’indifferenza e il disprezzo, che a volte cela un’ambivalente ammirazione per cose che in teoria io possiederei e loro no. L’invidia non ha bisogno di fondarsi su prove concrete, per esistere.

Magari la questione è questa, con chi ci disprezza: vedono in noi quello che amano o odiano di sé.

Qualunque sia la loro ragione, il problema, a mio avviso, è farla anche nostra.

Cioè, credere sul serio che siamo degni di disprezzo solo perché qualcuno si ritrova a disprezzarci. Che ci siamo meritati la freddezza o i maltrattamenti di chi quel giorno era nervoso per fatti suoi.

Perché un’altra questione importante è: capire che non è un fatto personale. Capire che, davvero, il problema non siamo noi, è qualcosa che la persona che ci tratta male ha contro se stessa e che riversa su di noi. Forse è vero che quella persona è la prima vittima del suo comportamento. E noi? Noi siamo vittime finché ci adattiamo a esserlo.

E non fraintendetemi, non è che che uno può trattarci come voglia “perché lo picchiavano da piccolo”, eh. Esiste una cosa che si chiama responsabilità. Né sono così ottimista da credere che soffrire o meno sia una questione unicamente di scelta: se chi amo (genitore, amico o compagno) mi ignora o mi tratta con ambiguità, sto male che lo voglia o no.

Semplicemente, man mano che acquisto la consapevolezza che quella persona stia male prima di tutto con se stessa, ma che non posso né tenermi le sue paturnie né salvarle la vita, passo avanti. M’inchino, sorrido, le do l’in bocca al lupo e vado. Dove? A trovarmi qualcuno che mi guardi “con gli occhi giusti”, senza turbe psichiche né proiezioni malsane.

Spoiler: esistono. Che ci crediate o no.

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