Non è voglia di fuga, è la libertà di piombare fuori casa in ogni momento con buone possibilità di prendere il treno, magari al binario 2 diretto a Napoli centrale.
Quando poi è deserto, specie ad agosto, una si mette nella prima carrozza perché, come dice mammà, “di solito ci sta il capotreno”.
E proprio il capotreno si mette a fare lo scemo.
– La signorina sta sola sola…
Deve stare proprio disperato, ormai mi chiamano signora. E mi dicono che sono: cambiata, migliorata, cresciuta, ingrassata ma sto bene. E che mi sono fatta bionda. Prima cos’ero, cerco di ricordarmi attraversando Piazza Garibaldi.
Percorro sempre gli stessi vicoli e torno senza accorgermene al portone scassato di Forcella, col Padre Pio gigante fuori.
E i miei accompagnatori sono pazienti con la turista e le sue mani ormai inesperte che maneggiano sfogliate frolle e pizze troppo cotte, e rincorrono nell’aria la traduzione di encajar.
Proprio non mi viene.
Ma la spiaggia in via Caracciolo è magnifica. Sabbia nera e bambini che nuotano fra le barche. Facciamo l’elenco delle possibili malattie ma non posso non pensare che un bagno lo farei anch’io, e che a Barceloneta mi basterebbe togliermi tutto e buttarmi nell’acqua così.
Qua al massimo si giocherebbero i numeri.
E qualche mamma mi farebbe lo strascino.
Era Napoli by night che mi mancava. Quella di quando tornavo dalla Biblioteca Nazionale, o dalle ripetizioni nei Quartieri (due poracce che volevano fare il classico) e c’era ancora gente per via Roma (per gli amici via Toledo).
Il portone del “mio” palazzo è ancora aperto, e c’è un vecchietto in canottiera seduto.
I contrabbandieri, però, non li riconosco.
E il treno delle 21.04 non circola ad agosto.
Una sosta al binario ad aspettare un bacio che viaggia con circa 30 minuti di ritardo, ma il treno parte ora, e treni e baci non aspettano.
In carrozza, allora, e arrivederci a ottobre.
(canta Barcellona!)

