In realtà non me lo dicono più, che parlo troppo. Non so se si sono rassegnati o se sono migliorata io, ammesso che parlare meno significhi migliorare. Per me il limite è quando le parole eccedono il contenuto, cioè quando hai già detto quello che dovevi, e vuoi solo continuare a sentire la tua voce.
Sapete quando me lo dicono ancora, che parlo troppo? Allo scambio linguistico a cui collaboro ogni tanto. Ci sta, perché lì devo spronare in spagnolo gente che non si conosce, a dire cose in una lingua che non padroneggia. Ma le due volte che, ultimamente, hanno scherzato su “quanto io chiacchieri”, è stato lì.
Questo mi ha fatto pensare: è logico, lo spagnolo non l’ho mai studiato. Me lo invento da dieci anni, con buoni risultati, mi dicono; ma in fondo, se parlo molto, è perché non so bene come dire quello che voglio. Allora faccio i proverbiali giri di parole.
Vi scrivo tutto questo perché a volte non è neanche incapacità di esprimersi, ma mancanza di volontà: usiamo mille frasi perché non abbiamo il coraggio di dire “non voglio”, “mi dispiace”, “ho cambiato idea”, “non ti amo”.
È vero, “il coraggio uno non se lo può dare”, diceva uno che nascondeva le sue paure dietro al latinorum.
Ma darsi coraggio è il miglior modo di risparmiare il fiato.
E, alla lunga, pure la salute.
E’ Una questione di coraggio, hai ragione. Anche alla mia età, qualche volta penso e ripenso nella testa certe frasi importanti e proprio non riesco a farle uscire. Peccato perché il coraggio viene premiato.
È questione di allenamento, credo, ripeterle tra sé finché non riusciamo a dirle a qualcun altro. Buona fortuna!