Archivio degli articoli con tag: la coppia scoppia

shadow-1Si parlava di coppie che scoppiano e dei nonostante su cui si reggevano: arrancavano, infatti, nonostante le differenze di carattere, d’intenzioni, di progetti di vita, di gusti…

In un’evidente forzatura, paragonavo questi amori “sani” (o certificati tali da esperti saputelli) a quelli spudoratamente malati a cui sono più abituata. E sapendo di generalizzare facevo una differenza tra l’amour fou e l’amore sano.

Il primo, quello da canzone, col senno di poi sembra una vocazione al martirio. Il nonostante sembra il perno di tutta la storia che non decolla. Ti butti con insistenza tra le braccia di persone che, nella mia personale declinazione di questa follia, sono evidentemente distanti, a volte anche fisicamente, che accettano la situazione più per inerzia che per altro. Ti getti a kamikaze in qualcosa in cui non credi neanche tu, quasi che tu voglia arrivare in fretta alla delusione finale e prenderti il diploma di vittima dell’ennesimo “stronzo” (o della stronza di turno). Uno stronzo che ti sei quasi costruita da sola, chiamata persa dopo chiamata persa.

Ebbene, credo che spesso le coppie presunte sane e quelle “disfunzionali” abbiano una cosa fondamentale in comune.

La famigerata ricerca dell’anima gemella? No, della propria, di anima. Della parte di sé che non (ri)conoscono.

Conosco varie ex coppie in cui lei è brillante e lui è timido, o viceversa. Ma il timido “si scioglieva” con le persone di cui si fidava e l’estroversa nascondeva spesso una gran timidezza. Ebbene, credo che nessuno dei due se ne accorgesse, di queste caratteristiche latenti che pure erano in loro. Non quadravano col loro personaggio, la famosa maschera pirandelliana che si erano costruiti.

L’unico modo per farci i conti, allora, era trovare qualcuno che incarnasse il loro “lato oscuro” (oscuro nel senso di ignoto, nascosto) e amarlo nonostante.

Tutto qui? Ovvio che no, l’amore è ben altro, sono tante cose insieme. Ma nella mia esperienza, che non fa statistica, questo fattore non è tra gli ultimi da considerare.

Pensate se ciò non fosse necessario. Se vincessimo la paura e ci guardassimo, e lo scoprissimo per cazzi nostri, il “lato oscuro”. Se l’amico intellettuale e iperrazionale ammettesse che a volte invidia l’amico appassionato di yoga, e si pone domande a cui manco Darwin risponde. Se l’amica appassionata di yoga e che riconduce tutto alla spiritualità ammettesse la sua curiosità per cose più terrene, tipo come pagarsi l’affitto. Se l’amica leader nata, l’amico aspirante manager, accettassero di voler essere ogni tanto anche indecisi, irresoluti, bisognosi di protezione, invece di mettersi accanto un’ameba con un sorriso disarmante. E se l’ameba decidesse di diventare una persona e stabilire da sola che giacca abbinare ai jeans.

Così potremmo andare al piano B, suppongo, trovarci qualcuno che ci piaccia, e non qualcuno di cui abbiamo bisogno.

C’è tutta la differenza del mondo.

cupidDa qualche tempo a questa parte, intorno a me, scoppiano coppie.

No, non sono io a portare sfiga, malpensanti. Anzi, credo si ispirassero a me per ricordarsi cosa non fare, in una storia. Scoppiando lo stesso.

Ed è facile dire era nell’aria, col famigerato senno di poi, ma non è lontanissimo dalla verità. Ora mi rendo conto che di queste coppie invidiavo la stabilità, ma non l’alchimia: almeno in una circostanza mi ero chiesta che ci facessero insieme. Persone totalmente diverse, e la storia degli opposti che si attraggono non sempre fila.

Persone che incontravo quasi sempre separatamente, nelle occasioni pubbliche, e che quando le vedevi insieme era strano: uno dei due parlava di politica e rideva di un umorismo raffinato, complesso, e l’altro se ne stava in silenzio ad ascoltare, non capendo forse neanche tutto ciò che si diceva.

In ogni modo, ciò che invidiavo e che mi segnavo in agenda come obiettivo imprescindibile era l’amore nonostante. Nonostante la diversità di carattere spacciata per complementarietà, la differenza d’interessi che volevo credere fosse sempre una cosa buona.

E invece no, scoppiano uguale, nonostante la dedizione, forse in virtù di differenze che finito lo slancio dei primi anni si rivelano per la loro reale natura: divergenze.

Vi racconto questo, perché da un po’ sono arrabbiata. Sull’amore ci sono due estremi, che vedo in giro.

Uno è la tendenza di film e canzoni a venderti la storia del nonostante, appunto, dell’amour fou come unica realtà, dell’ “insieme stiamo una monnezza, ma senza di te non posso stare”.

Ma non è detestabile ai livelli della tendenza opposta, che ho già descritto un po’: la “medicalizzazione” dell’amore. Quegli esperti che vogliono spiegare com’è un rapporto “sano”, contrapposto a una relazione “tossica”, ed elencano la serie di requisiti che una coppia deve avere per “funzionare”.

Stessero sereni, le coppie scoppiano uguale. Anche le loro. Nonostante le loro ricette pseudoscientifiche. L’estremo è stato un articolo in catalano, con tanto di intervista all’esperta di turno. Finché sosteneva che dovessimo sapere ciò che volessimo, prima di “scegliere il partner”, ok. Ma poi spiegava che dobbiamo considerarci un “marchio registrato”. Che target si propone il nostro brand, qual è la nostra mission? Qualcuno mi uccida.

Per evitare l’amore disperato si sfocia nell’iperrazionalismo, per evitare il quale si sfocia nell’amore disperato.

La quadratura del cerchio non l’abbiamo ancora trovata, le coppie scoppiano a prescindere dalle ricette, e mi sento un po’ più vicina a loro.

I miei nonostante erano più estremi dei loro (“possiamo farcela nonostante tu non mi ami, nonostante tu abbia l’idea di relazione di un adolescente al primo giorno di liceo, nonostante io sia votata al martirio per non vedere quanto sia sentimentalmente immatura a mia volta”).

Ma noto che i fallimenti di coppie mai nate e quelli di coppie ultrastabili si chiamano tra loro, tra gli abissi che li inghiottiscono.

Cos’hanno in comune?

Io un’ipotesi ce l’avrei, ma come sempre vi ho fatto già una testa tanta e ve lo spiego la prossima volta.

https://www.youtube.com/watch?v=L0wCuwUneSM

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